Gruppo Mineralogico Lombardo
Associazione Italiana di Mineralogia
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Itinerari Lombardia-Lecco

Como
Lecco
Minerali rinvenibili
Itinerario
Filone di pegmatite della Malpensata
(Cava della croce)
Comune di Colico (Piona)
Dalla Strada statale dello Stelvio, tra Dervio e Colico, si imbocca (a sinistra, se si proviene da Milano) la carrozzabile per l'Abbazia di Piona. Si oltrepassa il paese di Olgiasca, seguendo sempre la strada carrozzabile, che, dopo il paese scende alquanto. Si oltrepassa un monumento (lapidi Fiancheggiate da due colonne) e si prosegue fino a che (circa ametà strada tra il monumento e l'Abbazia) si notano (sulla destra) delle vecchie costruzioni e tracce di scavi, di cui un tunnel è situato quasi immediatamente al di sopra del livello stradale. I minerali si trovano nei detriti della pegmatite, che possono essere sia sotto la strada, sia sopratutto nelle vecchie discariche dei vari tunnel sparsi nel bosco a varie altezze.

Colico
Filone del Laghetto
 
Si scende al piazzale delle cave di feldspato (abbandonate), site sulla sponda dei laghetto di Piona, partendo da un sentiero che fiancheggia il perimetro del cimitero della frazione Olgiasca.
Si vedono bene dalla strada nazionale dello Spluga.
La coltivazione si è svolta per molti anni, sia a cielo aperto che in galleria, entro un filone pegmatitico potente molti metri. I mi­nerali descritti sono appunto i componenti principali ed accessori deisuddetto filone e di una piccola lente sideritica al letto del filone.

Apatite: in masse granulari od in cristalli prismatici o roton­deggianti, opachi e di colore solitamente bruno chiaro o grigio, di dimensioni talora notevoli (ne furono trovati esemplari splendidi, nitidamente terminati, del diametro di parecchi centimetri), asso­ciata soprattutto a tormalina nera e muscovite. Piuttosto rara.
Arsenopirite: in rari cristalli prismatici grigi, con lucentezza metallica, lunghi fino ad un centimetro od in masserelle compatte, associata per lo più a graftonite. Poco frequente .
Autunite: in patine di colore verdiccio pallido, fortemente fluo­rescenti ai raggi ultravioletti in giallo-verde vivo, costituite a volte da nitidi cristallini quadrati, associate a fosfuranilite, urano­fane ed uraninite, spesso sulle facce dei cristalli di berillo. Rara
Berillo: in cristalli esagonali prismatici allungati, per lo più opachi, di colore verde cilestrino pallido, raramente terminati alla base, talvolta di notevoli dimensioni (ne furono trovati alcuni lunghi fino a trenta centimetri, con diametro di otto cm; si af­ferma tuttavia che durante il periodo di attività della cava (1938-1944) ve ne fossero anche di sensibilmente più grossi). Oltre a questi cristalli azzurrini, che sono i migliori dal punto di vista estetico, vi sono anche dei cristalli di colore verde-giallastro, di forma piuttosto arrotondata e di dimensioni non trascurabili (circa 10 cm di lunghezza), associati a minerali rari (uraninite, zircone, minerali secondari di uranio). La matrice dei cristalli di berillo è generalmente il feldspato; più raramente questa è costi­tuita da quarzo. Poco frequente: in bei cristalli è ormai decisa­mente raro
Cassiterite: in rozzi cristalli di colore bruno violaceo scuro, molto simili allo zircone, od anche in masserelle compatte del dia­metro massimo di due centimetri, talvolta associata a graftonite e ad altri fosfati ( litiofilite?) od a columbite. Rara .
Clorite: in aggregati verdastri, raramente costituiti da la­mine visibili ad occhio nudo, spesso come prodotto di alterazione di altri silicati (granato, mica, ecc.), od associata alIa graftonite. Poco frequente .
Columbite: in cristalli neri e nero-bruni, con lucentezza quasi metallica, di abito nitidamente tabulare, lunghi sino a circa due centimetri ed associati a graftonite, zircone e cassiterite. Rara .
Feldspati: sono componenti essenziali della roccia. A un ter­mine potassico (ortoclasio) si associa un termine plagioclasico (al­bite), in masse spatiche di colore bianco niveo, facilmente sfalda­bili ed assai più raramente in rozzi cristalli. La distinzione a prima vista tra i due termini sopra menzionati non è possibile. Comuni .
Fosfuranilite: in patine di colore giallo vivo, non fluorescenti o tutt’al più fluorescenti in un debole colore bruno, costituite a volte da nitidi cristallini a contorno quadrato, associate ad urano­fane, autunite ed altri minerali radioattivi, quale minerale secon­dario d’uranio più abbondante. Poco frequente .
Graftonite (ex repossite): in masse spatiche di colore rosa salmone, con dimensioni massime superiori talvolta a 10 centimetri, od in rarissimi cristalli rozzi, associati soprattutto a vivianite, pirrotite, arsenopirite, uraninite od a granato, biotite e clorite. Poco fre­quente: si può confondere facilmente col granato per il colore ma è presente una nitida sfaldatura e la durezza è bassa (si riga col temperino) .
Granato almandino: in cristalli di colore roseo carnicino voIgente al vinoso, di abito icositetraedrico, con facce spesso nitide e lucenti. Il diametro massimo dei cristalli è un centimetro. Una varietà fortemente manganesifera si presenta in cristalli bruna­stri, delle dimensioni massime di un paio di centimetri, di abito icositetraedrico, associati alla graftonite: le facce dei cristalli di questa varietà sono poco nitide. Frequente .
Granato spessartite: è riportata la presenza di questa specie sotto forma di masserelle di colore rosso piropo, associate alla re­possite. Rara .
Limonite: in patine rugginose, come prodotto di alterazione di solfuri -di ferro. Poco frequente .
Litiofilite (?): un minerale contenente litio quale costituente fondamental~ si presenta talvolta intimamente-frammisto alla re­possite ed associato alla cassiterite. Il colore è roseo-giallastro. Rara
Metatorbernite: in patine terrose od in piccolissime laminette a contorno quadrato di colore verde piseilo,~ non fluorescenti, asso­ciate generalmente ad uraninite, in assenza di altri minerali se­condari di uranio. Estremamente rara .
Mica muscovite: in lamine incolori trasparenti, talora a con­torno nitidamente esagonale, assai più frequentemente irregolare, del diametro massimo di parecchi centimetri. Comune: durante l’ultima guerra fu utilizzata industrialmente .
Mica biotite: in lamine nere, interlaminate alla graftonite, rara
Mitridatite (?): alcune patine terrose di colore verde oliva, as­sociate a vivianite e a parecchi altri fosfati, non ancora indentifi­cati, come prodotto di alterazione della graftonite possono essere verosimilmente attribuite alla mitridatite. Piuttosto rara.
Monazite: in cristallini od in piccoli noduli, di colore- verde bottiglia intenso, del diametro massimo di un millimetro, asso­ciati intimamente ad uraninite e zircone, anch’essi in piccoli cri­stalli, in una matrice prevalentemente quarzosa. Assai rara
Pirite: in venuzze od anche in netti cristalli ottaedrici di al­cuni millimetri di diametro. Rara
Pirrotite: in masserelle irregolari, od anche in rarissimi cri­stalli esagonali imperfetti, del diametro di alcuni millimetri, as­sociata ad altri solfuri e graftonite. Piuttosto rara
Purpurite: in massereile di colore viola o brunastro, associate intimamente alla graftonite e ad altri fosfati, come prodotto di al­terazione di questi minerali. Assai rara.
Quarzo: biancastro, per lo più compatto (rarissimi sono i cri­stalli, rozzi, con qualche faccia visibile), assai comune quale com­ponente della pegmatite .
Tapiolite: in nitidi cristalli neri, di dimensioni talora piuttosto considerevoli (1-2 cm di diametro), con abito per lo più prisma­tico tozzo o bipiramidale, assai simili nella lucentezza alla colum­bite, associati a quarzo ed a mica. Assai- rara (determinazione e studio presso l’Istituto di Mineralogia dell’Università di Milano).
Tormalina nera: in bei cristalli lunghi fino a parecchi centi­metri di colore nero brillante, talora nitidamente terminati alle basi, entro il feldspato od in concrescimento regolare con la mica muscovite. Comune .
Uraninite: in noduletti od in cristallini di abito variabile: al­cuni sono cubici, spesso allungati secondo un asse quaternario, altri ottaedrici o cubo-ottaedrici più o meno deformati; partico­larmente rari, ma presenti, sono i cristalli nettamente rombodode­caedrici. Le dimensioni dei cristalli superano raramente i due mil­limetri lungo la direzione di maggior sviluppo; talora si possono trovare anche aggregati cristallini del diametro di parecchi cm in cui tuttavia ogni cristallo è circondato da quarzo e non forma un insieme continuo con i cristalli adiacenti. Il colore è variabile: gli esemplari freschi, che si trovano soprattutto immersi nelle masse -di graftonite, sono assai lucenti, con lucentezza quasi me­tallica e di colore nero brillante. Via via, col procedere dell’alte­razione, la lucentezza passa a grassa ed a polverosa ed il colore negli stadi finali diventa grigio-verdastro ed anche giallo. Piut­tosto rara .
Uranofane: in patine di colore giallo-verdastro, non fluore­scenti, talora chiaramente costituite da aggregati raggiati di cri­stalli aciculari sottilissimi, associate soprattutto a zircone ed au­tunite, particolarmente sulle facce di cristalli di berillo. Piuttosto raro .
Vandendriesscheite: un minerale terroso, -opaco, di colore giallo vivo, che si presenta direttamente sui cristalli di uraninite, come prodotto di alterazione immediata, di cui talvolta costituisce delle nette pseudomorfosi, può essere attribuito a questa specie. Attorno alla vandendriesscheite spesso si presentano aloni e patine di colore giallo vivo, costituite da fosfati e silicati di uranile (fosfuranilite, autunite, uranofane). Poco frequente.
Vivianite: in patine terrose di colore bleu scuro, od anche in piccole concentrazioni vitree dell’aspetto della muscovite, incolore o macchiate di azzurrino, oppure (più raramente) in distinti cri­stallini azzurri od incolori, associati ad altri fosfati, ad arsenopi­rite ed a graftonite, come prodotto di alterazione di quest’ultima. Poco frequente .
Wad (?): ossidi idrati di manganese, di colore bruno scuro, più o meno impuri e terrosi, od in patine, non sono rari come pro­dotto di alterazione della graftonite, associati a fosfati di manga­nese e ferro. Poco frequente.
Xantoxenite (?): in masse terrose, opache, di colore bruno pa­glia chiaro, talvolta costituite chiaramente da aggregati di cri­stalli raggiati, provenienti dall’alterazione della graftonite. Poco frequente.
Zircone: in cristalli di colore bruno-rossastro a bruno violaceo sin quasi a nero, di abito prismatico o più raramente bipiramidale, del diametro massimo di un centimetro e mezzo, ma ordinaria­mente assai più piccoli, associati soprattutto ad uraninite (tal­volta si trovano dei noduli costituiti dai due minerali intimamente concresciuti) ed a berillo. Poco frequente .
Albite: in masse spatiche di color bianco niveo, opache, come componente essenziale della pegmatite.
Andesina: una sola pseudomorfosi di questo minerale su di uno preesistente, delimitato da facce cristalline ed incluso nel quarzo.
Anortoclasio: spatico, bianco.
Apatite: una volta era frequente in noduletti informi, di color giallo sporco. Ora rara .
Berillo: in rarissimi cristalli prismatici esagonali di color gri­gio tendente un poco all’azzurrino. Sono caratterizzati dalla viva lucentezza delle facce .
Calcopirite: in piccole masserelle inglobate nella pirrotite com­patta .
Clorite: proclorite secondo C.M. Gramaccioli, come pseudo­morfosi di granato almandino. L’alterazione cloritica del granato porta ai cambiamento di colore che diviene grigio verdastro .
Columbite: un solo piccolo cristallo assieme con graftonite.
Crisoberillo: si trovava in cristalli prismatici, spesso geminati a V, con parecchi centimetri di lunghezza. Il colore variava da verde asparago a giallo chiaro, quasi -bianco. Il crisoberillo era spesso in associazione paragenetica con granato e zircone .
Graftonite: in paragenesi con pirrotite entro alla pegmatite con crisoberillo trovata solo da C. M. Gramaccioli.
Granato almandino: cristalli interclusi, color rosso vino o bruno cannella, con abito prevalentemente icositetraedrico e cristalli frequentemente sproporzionati. Un tempo gli individui cristallini si trovavano anche con dimensioni vistose (fino a 20 cm di dia­metro) .
Limonite: concrezionata compatta di color bruno scuro oppure terrosa di color giallo ocra, in forma di croste o spalmature su pegmatite .
Magnetite: sotto forma finemente granulare, sparsa nella siderite .
Metatorbernite: in lamelle piccolissime, quadrate, con lato mas­simo di un millimetro, colore variabile da verde giallo a verde erba, come spalmature su feldspato e su altri minerali .
Muscovite: in larghe lamine o pile di lamine a contorno irrego­lare, del diametro fino a 10 cm .
Ortoclasio: in masse spatiche bianche o grigie a formare uno dei componenti essenziali della pegmatite. Raramente in cristalli idiomorfi inclusi nel quarzo .
Pirite:  granulare o compatta in noduletti informi . Pirrotite: in masse compatte non frequenti e localizzate in al­cuni punti del filone pegmatitico .
Quarzo: compatto, biancastro, vitreo ma non trasparente forma uno dei componenti essenziali della pegmatite
Siderite: piccole concentrazioni lenticolari al letto dei filone
Tormalina: nella varietà schorlite, in cristalli prismatici di no­tevolissime dimensioni, che superano anche alcuni decimetri di lunghezza, ma imperfetti e raramente terminati da facce alle estre­mità. Colore nero .
Uraninite: in noduletti di uno o due millimetri di diametro, opachi, di colore bruno scuro .
Zircone: cristalli prismatici terminati da nitide facce anche alle estremità, di color bruno scuro ed apparentemente nerastri, lunghi al massimo pochi millimetri. Si trovavano spesso adagiati su facce di cristalli di granato .
Dervio
Filone dl pegmatite di Sommafiume
Miniera Marategno in località Alpe dl Sommaflume

I lavori, abbandonati ormai da molti anni, per l’estrazione della mica dal filone di pegmatite di Sommafiume si trovano a circa 20 minuti di percorso a piedi in leggera discesa dal punto in cui fà capo la strada carrozzabile che congiunge i casolari del­l’Alpe Sommafiume con Dervio, passando per Vestreno e Sueglio. il filone affiora ad oriente dell’abitato di Sommafiume sulle pen­dici del monte Legnoncino a quota 1100 m s.m.
Apatite: in noduli di colore verde grigiastro di qualche centi­metro di diametro od anche in cristalli, ma sempre rara
Autunite: in tracce sotto forma d’incrostazioni giallo verdastre su feldspato od in minute lamelle .
Berillo: si trovava in cristalli prismatici esagonali del dia­metro fino a un decimetro e di parecchi decimetri di lunghezza, raramente terminati dalle facce di base. Opaco e di color azzurro pallido .
Biotite: in ampie lamine nere, più scarse di quelle di musco­vite .
Clorite: come pseudomorfosi totale o parziale di cristalli di granate che assumono una tinta verdastra
Graftonite (ex repossite): spatica in noduii irregolari, ma anche di vistose proporzioni. Color rosa salmone .
Granato almandino: in grandi cristalli, spesso sproporzionati, con le faccie dell’icositetraedro in combinazione col rombodode­caedro, di color rosso bruno scuro, interclusi nel quarzo o nel feldspato. Comuni .
Granato spessartite: in cristalli icositetraedrici, piccoli ma in aggruppamenti numerosi, di color caffè chiaro, opachi.
Limonite: terrosa e di colore giallastro, come prodotto di al­terazione dei solfuri di ferro .
Metatorbernite: in piccolissime laminette di color verde su feldspato .
Monazite: in granuli di color verde scuro, trovati con uraninite e zircone .
Muscovite: in pile di ampie lamine raramente con termina­zione pseudo esagonale lungo i bordi, di color bruno chiaro ed un tempo oggetto di coltivazione .
Ortoclasio: cristalli interclusi di color bianco niveo, rari e non perfetti, mentre il feldspato spatico è uno dei componenti essen­ziali della pegmatite .
Pirite: in minuti granuli od anche in concentrazioni un po’ maggiori, entro alla pegmatite .
Pirrotite: in forma compatta o granulare in venuzze o noduli in graftonite.
Quarzo: poco frequente in cristalli prismatici incolori nelle geodi, comune invece in forma compatta quale componente essen­ziale della pegmatite
Tormalina var. dravite: di colore verde entro formazioni filo­niane a grana minuta .
Tormalina var. schorlite: di colore nero, opaca, in cristalli pri­smatici interclusi nella pegmatite e talvolta faccettati alle estre­mità o in regolare concrescimento con la muscovite .
Uraninite: noduli compatti informi anche di considerevoli di­mensioni, di colore nero e lucentezza picea .
Vivianite: in minuti cristalli su litoclase o in patine azzurre come prodotto d’alterazione della graftonite.
Zircone: in cristalli inclusi nella muscovite, opachi e di color bruno .
 
Dervio
Località Alpe Sparesè
 Nella località Alpe o Monte Sparesè a circa 500 m s.m. è stata coltivata per molti anni una miniera di feldspato per uso ceramico che sfruttava i filoni pegmatitici segnati coi N.ri 9 e 10 sulla cartina fig. 11;
vi si accede dall’abitato della frazione Laghetto dei comune di Colico per mezzo di un ripido sentiero che sale a risvolte in circa un’ora al grande piazzale formato dalle discariche
Autunite: piccole   e sottili lamelle quadrate di color giallo ci­trino sulle facce di   cristalli di berillo o sul feldspato che li include.
Berillo:   cristalli prismatici -esagonali di color azzurro chiaro, opachi, ma con facce   lucenti, più piccoli di quelli del filone della  Malpensata, spesso in aggruppamenti sub   paralleli o raggiati .
Biotite:   larghe lamine nere isolate o associate alla muscovite .     
Feldspato:   (ortoclasio ed oligoclasio albite) bianco, opaco, a struttura spatica o in   veri e propri cristalli. E’ uno dei compo­nenti essenziali della pegmatite ed   era l’oggetto della coltivazione.
Granato almandino:   in cristalli ben faccettati con abito icosite­traedrico, del diametro di   qualche centimetro, di color roseo o spesso di colore bruno per un principio   di alterazione Metatorbernite:   tracce di color verde, assieme all’autunite.
Muscovite:   in pacchetti di lamine anche grandi, incolore, costi­tuente essenziale della   pegmatite .
Quarzo:   compatto, vitreo, incolore, associato col feldspato a co­stituire la roccia.
Tormalina:   varietà schorlite in cristalli prismatici lunghi alcuni centimetri, di colore   nero ed opachi .
Graftonite:   in noduli compatti, di color roseo, entro alla peg­matite.
Granato   almandino: si presenta in due distinte varietà,   delle quali una in cristalli nitidi, ma solo di 2 o 3 millimetri di dia­metro,   di color rosso vivo, trasparenti, l’altra in cristalli con abito   icositetraedrico, diametro fino a 2 cm e di color bruno scuro per un inizio   di alterazione.
Muscovite:   in larghe pile di lamelle il cui colore è bruno chiaro.
Pirrotina:   in forma compatta a costituire dei noduletti entro alla pegmatite.
Tormalina: di   colore nero in cristalli concresciuti con la mii­scovite.
Vivianite:   in massereile e spalmature azzurre sulla graftonite.
Berillo: in cristalli prismatici esagonali, di colore azzurro chiarissimo, spesso   quasi bianchi, del diametro massimo di un paio di centimetri, inclusi nella   roccia. Raro: dato il colore   chiaro, può passare assai facilmente inosservato .
Clorite:   verdastra, come alterazione superficiale o pseudomor­fosi di granato,   associata talora a limonite. Frequente   .
Crisoberillo:   un solo piccolo cristallo di questa specie fu tro­vato circa nel 1938 dal   collezionista Miotti di Sondrio. Estrema­mente   raro
Feldspato:   bianco, lucente, spatico, spesso in grandi elementi, comune quale componente   della pegmatite e sfruttato industrial­mente. Più rari sono dei piccoli cristalli,   in alcune geodine della roccia .
Granato   almandino: in cristalli rotondeggianti di colore rosso bruno o   rosso vinato, del diametro massimo di qualche centimetro, nella pegmatite.   Frequenti sono le alterazioni superficiali o totali in clorite verdastra. Frequente .
Limonite:   in macchie rugginose. Poco frequente.
Mica   muscovite: in lamine incolori, del diametro massimo   di qualche centimetro. Comune
Quarzo:   incolore, come componente della roccia e mai in cri­stalli distinti. Comune .
Torbernite:   in nette lamine quadrate, assai piccole, di colore verde erba, in alcune   piccole geodi della pegmatite. Il minerale, la­sciato all’aria, dopo un certo   tempo diventa opaco e si trasforma in metatorbernite. Assai rara .
Tormalina:   in cristalli neri prismatici, allungati, raramente ben definiti, lunghi   qualche centimetro, oppure in cristalli più piccoli e numerosi, immersi nella   muscovite alla salbanda del filone. Frequente
Dervio
Filone   pegmatitico < Luna >
Questo filone   pegmatitico, indicato col No 8 sulla cartina fig ii è stato oggetto, in   passato, di un modesto sfruttamento per mica e feldspato.
Esso si trova sulle   pendici del monte Legnoncino più a sud e press’a poco alla stessa quota dei   filoni dell’Alpe Spa­resé.
L’accesso è assai difficoltoso risalendo dalla   strada nazionale dello Spluga le pendici fittamente coperte da bosco ceduo,   quasi dirimpetto al filone del Laghetto.
Graftonite: in noduli compatti, di color roseo, entro alla peg­matite.
Granato almandino: si presenta in due distinte varietà, delle quali una in cristalli nitidi, ma solo di 2 o 3 millimetri di dia­metro, di color rosso vivo, trasparenti, l’altra in cristalli con abito icositetraedrico, diametro fino a 2 cm e di color bruno scuro per un inizio di alterazione.
Muscovite: in larghe pile di lamelle il cui colore è bruno chiaro.
Pirrotina: in forma compatta a costituire dei noduletti entro alla pegmatite.
Tormalina:di colore nero in cristalli concresciuti con la mu­scovite.
Vivianite: in massereile e spalmature azzurre sulla graftonite.
Dervio
Filone della Rivetta

 Alla località Rivetta si accede dalla strada statale dello Steivio, abbandonando la medesima tra Dono ed Olgiasca, alle prime case di questa frazione e scendendo a sinistra per un sen­tiero che conduce al lago (non al laghetto di  Piona !).
Il sentiero, tra prati e vigneti, in pochi minuti porta ad una spiaggia, detta localmente « Rivetta », ove si trova, praticamente a livello del lago, un filone di pegmatite, con una galleria ed altri evidenti segni di lavori per utilizzazione industriale.
  
Berillo: in cristalli prismatici esagonali, di colore azzurro chiarissimo, spesso quasi bianchi, del diametro massimo di un paio di centimetri, inclusi nella roccia. Raro: dato il colore chiaro, può passare assai facilmente inosservato .
Clorite: verdastra, come alterazione superficiale o pseudomor­fosi di granato, associata talora a limonite. Frequente .
Crisoberillo: un solo piccolo cristallo di questa specie fu tro­vato circa nel 1938 dal collezionista Miotti di Sondrio. Estrema­mente raro
Feldspato: bianco, lucente, spatico, spesso in grandi elementi, comune quale componente della pegmatite e sfruttato industrial­mente. Più rari sono dei piccoli cristalli, in alcune geodine della roccia .
Granato almandino: in cristalli rotondeggianti di colore rosso bruno o rosso vinato, del diametro massimo di qualche centimetro, nella pegmatite. Frequenti sono le alterazioni superficiali o totali in clorite verdastra. Frequente .
Limonite: in macchie rugginose. Poco frequente.
Mica muscovite: in lamine incolori, del diametro massimo di qualche centimetro. Comune
Quarzo: incolore, come componente della roccia e mai in cri­stalli distinti. Comune .
Torbernite: in nette lamine quadrate, assai piccole, di colore verde erba, in alcune piccole geodi della pegmatite. Il minerale, la­sciato all’aria, dopo un certo tempo diventa opaco e si trasforma in metatorbernite. Assai rara .
Tormalina: in cristalli neri prismatici, allungati, raramente ben definiti, lunghi qualche centimetro, oppure in cristalli più piccoli e numerosi, immersi nella muscovite alla salbanda del filone. Frequente
Esino Lario
Ricerche di minerali dl manganese sul monte Agueglio

Si accede alla località dove si svolsero dal 1938 al 1940 dei lavori di scavo per la ricerca di minerali di manganese, lavori poi abbandonati per la discontinuità e troppo limitata estensione del giacimento,
Partendo dall’abitato di Esino Superiore, Dalla parte più alta dell’abitato si prende la strada carrozzabile per il passo Cainailo: dopo circa 2 chilometri si incontra un bivio nel quale si deve tenere la sinistra (strada della Valsassina)
e raggiungere i prati di Agueglio. Qui giunti occorre prendere un sentiero, che ha inizio presso una fontana abbeveratoio, e, in salita, dirigersi verso Est, alle falde meridionali del Pizzo Parlasco.
Dopo 10 mi­nuti circa di cammino, superato il letto quasi sempre asciutto, di un ruscello, si giunge al luogo dove affiorano i minerali di man­ganese e di ferro.
Ivi sono state aperte alcune brevi gallerie e piccole trincee, scaglionati sul pendio su una distanza di 50 metri, misurata se­condo la massima pendenza.
Calcite: individui cristallini all’incirca equidimensionali, con diametro fino a 3 mm, ricchi di faccette e talora geminati. I cri­stalli sono limpidi ed incolori, ma le facce sono appannate. Comune
Dolomite: cristalli con abito romboedrico, facce comunemente incurvate ma nitide, di color bianco porcellana, lucentezza. Questi cristalli raggiungono parecchi millimetri e ri­vestono le geodi della dolomia o dei minerali di ferro. Comune .
Ematite: in forme concrezionate mammeilonari od in tozze forme stalattitiche lunghe al massimo un centimetro. L’ematite ha color rosso bruno e, nelle masse concrezionate, struttura distinta­mente fibroso raggiata. Poco frequente .
Manganite: nitidi cristalli con abito prismatico tozzo, le cui facce presentano le caratteristiche striature, colore grigio acciaio e lucentezza metallica. Spesso, però, la lucentezza è appannata per alterazione superficiale in pirolusite. Frequenti le strutture botroidali riunite in gran numero a rivestire le cavità.
Pirolusite: in forma compatta e color grigio scuro, quasi ne­rastro, costituisce spesso il prodotto delle alterazioni degli altri minerali manganesiferi .
Siderite: masse finemente granulari, di color rosso fegato, ir­regolarmente distribuite entro alla dolomia rosea triassica. Co­mune.
Lecco
Miniera dl piombo In Val Calolden (abbandonata)

Si accede alla miniera, abbandonata, di minerali di piombo detta di VaI Calolden, partendo dalla frazione Laorca del comune di Lecco. Ivi si lascia la carrozzabile della Valsassina per mulattiera diretta a Pomedo;
raggiunto, dopo un percorso pia­neggiante, l’imbocco della ripida e dirupata val Calolden si ab­bandona la mulattiera per un sentiero che si stacca sulla sinistra, salendo, e ci si dirige verso i Piani Resinelli.
Dopo aver seguito per lungo tratto il suddetto sentiero si incontra la cosiddetta « strada ferrata », cioè quella che era anticamente la sede di un binario decauville col quale si effettuava il trasporto del minerale della miniera.
Seguendo la suddetta strada ferrata, ridotta ormai a traccia ostruita dalla vegetazione e franata in qualche punto, si accede agli imbocchi di due gallerie dell’antica miniera. La seconda delle gallerie è ancora accessibile.
Più comodamente si può giungere agli scavi minerari scen­dendo per prati dal rifugio S.E.L. di fronte al grattacielo « Mon Hotel » al Piano dei Resinelli fino a raggiungere la citata via ferrata e prendendo poi a destra su di essa.
Barite: si trova in forma compatta, bianca, ad accompagn1àre la galena e la sfalerite, ma si rinviene talvolta anche in piccoli cristalli lamellari, imperfetti, riuniti in gran numero a rivestire le cavità. Frequente .
Calcite: abbondante in forma spatica, in vene e piccole masse, più raramente in cristalli .
Cerussite: in piccoli cristalli, da uno a due millimetri di lun­ghezza, di color bianco o giallognolo, in geminati pseudo esagonali. Più frequente come incrostazione cristallina a tapezzare gran parte della superficie delle geodi .
Dolomite: in cristalli o aggruppamenti selliformi di cristalli, con lato di alcuni centimetri, color bianco porcellana, nelle geodi.
Emimorfite: frequentemente si trova cristallizzata nelle geodi in minuti individui tabulari, incolori e brillanti entro alla emimorfite compatta di colore grigiastro o giallastro. La massa calami­nare è ricca di vacui ed è attraversata di frequente da vene di cal­cite o di baritina .
Fluorite: in cristalli cubici, incolori o di colore violetto, o in masse minutamente granulari. Poco frequente .
Galena: cristalli anche voluminosi, cubici, ma generalmente in via di alterazione in cerussite od incrostati da questo minerale. Era comune in masse spatiche incluse nel calcare dolomitico nel periodo in cui la miniera era in attività .
Gesso: in cristalli abbastanza grandi, di colore bianco, oppure in cristalli più piccoli, incolori, vitrei, associati talvolta a lamelle gialle, trasparenti, di wulfenite .
ldrozincite: in forma di rivestimenti o piccole concrezioni a struttura minutamente fibroso raggiata di colore bianco niveo. Poco frequente
Pirite: in rari granuli inclusi nel calcare .
Sfalerite: in masserelle di color giallo bruno chiaro, semi tra­sparenti, costituite generalmente da un unico individuo cristallino, associato alla galena entro al calcare dolomitico di transizione fra il raibiiano ed il ladinico .
Smithsonite: sempre associata alla ernimorfite in masse di co­lore grigiastro o giallognolo, ricche di vacui o cavità più o meno grandi. Come rarità furono osservati gruppetti di minuti cristalli deformati a superfici curve, quasi botroidali. Comune .
Wulfenite: ritrovata anche recentemente in cristalli tabulari secondo la base, piccoli, di color giallo bruniccio, nelle geodi della galena, assieme a barite e gesso. I cristalli di wulfenite sono tal­volta rivestiti da cerussite. Rara .
Lierna
Cava   di Grumo ( inattiva )

Questa   cava, non più coltivata, si trova a lato della strada nazionale dello Spluga   appena a N. delle gallerie del tratto fra Mandello e Lierna. E’ ubicata ai   limiti della frazione Grumo
  
Calcite: si presentava entro alle fessure del calcare nero fossi­lifero con abito vario: sulle pareti di una litoclase verticale ri­piena di argilla si trovavano impiantati cristalli con abito pre­valentemente scalenoedrico, lunghi fino a 2 cm.,
con facce scabre. Fra questi cristalli erano abbastanza frequenti i geminati secondo il romboedro (111); sulle screpolature all’incirca ad angolo retto con la prima i cristalli di calcite erano invece romboedrici, inco­lori, limpidi, piccolissimi
Lierna
Cava dei Fop (inattiva)
 
Questa cava è ubicata sopra la precedente, un poco più a S ed è connessa con una via di lizza alla frazione Grumo. Anche questa cava, come la precedente, è aperta nei calcari nettamente stratificati del Trias inferiore,
appartenenti aìia formazione Per­leclo-Varenna
  
Calcite: in   cristalli abbastanza belli, lunghi pochi millimetri, trasparenti, sulle   litoclasi del calcare nero
Celestina: cristalli   prismatici, limpidi, trovati in passato .
Dolomite: in   cristalli con abito romboedrico, di color bianco, opachi, sempre piccoli,   Rivestono da soli o assieme alla calcite le litoclasi del calcare, normali   alla stratificazione .
Fluorite: in   masserelle allungate o venuzze di color violaceo, più o meno carico, entro   alla calcite che riempie le litoclasi del calcare nero .
Quarzo: cristalli prismatici,   terminati dai soliti romboedri, piccoli e scarsi, limpidi .
Lierna
Località: Croce dl Bientalon.

Sulla mulattiera o sentiero che da Genico sale verso la Croce di Bientalon, nel punto chiamato Piombera, si trova una cavità carsica ai cui bordi affiora una modestissima mineralizzazione a galena entro un calcare molto compatto e silicizzato.
Calcite: scarsissima, in minuti cristallini.
Galena: compatta, pura, in forma di noduletti di 1 o 2 cm. di diametro entro il citato calcare triassico .
Margno
Miniera di cinabro in località Alpe Grasso

Da Margno, presso Taceno   in Valsassina, si raggiunge il -Pian delle Betulle (circa m 1450) per funivia   e poi si scende per mulat­tiera all’Alpe Grasso (m 1341); oppure da Margno (m   730) si sale per la mulattiera diretta al Pian delle Betulle,
fino alle baite   del­l’Alpe Grasso. Qui si lascia la mulattiera per seguire uno stretto e   spesso invisibile sentiero che, tra i prati e tenendosi sempre alla quota di   m 1340-1350, si dirige verso nord per un centinaio di metri,
indi attraversa   il torrentello della Valle Grasso e piega verso ovest; dopo circa 300-350   metri nel bosco, quota 1350, si scorgono delle bastionate rocciose con i resti   di trincee e gallerie in parte franate.
Cinabro: in croste di qualche millimetro color rosso vivo o rosso fegato, sulla quarzite micacea -giallastra. Durante la coltivazione si rinvenivano anche masse compatte microcristalline e cristal­lini nella quarzite. Raro
Mercurio nativo: in goccioline nella quarzite. Rarissimo .
Pirite: in granuletti nello scisto. - Rara
Musso
Cave dl marmo saccaroide presso Il Castello

Nell’area di affioramento della lente di calcare marmoreo di Musso, ai fini della raccolta di esemplari mineralogici, si possono distinguere due zone: la prima è compresa fra Musso e Dongo a quota intermedia fra il livello del lago e quello delle cave;
la seconda è quella delle due cave di marmo. Massi e blocchi provenienti dalla prima zona furono disposti a formare una via di lizza ora in disuso.
Anfibolo tremolite: in aggregati di individui fibrosi, di color bianco con lucentezza sericea. Le lenti di tremolite raggiungono 10 cm di lunghezza .
Fuchsite: squamette di color verde smeraldo, con viva lucen­tezza, associate a lamine di muscovite, entro al calcefiro .
Limonite: come pseudomorfosi totale o superficiale di pirite .
Malachite: in scarse patine terrose verdi sul calcefiro.
Pirite: in cristalli per lo più cubici, con lato fino a 1 cm. in­terclusi nel calcare cristallino .
Talco: come pseudomorfosi di tremolite; il colore è bianco, la lucentezza madreperlacea .

Nei piazzali e nelle discariche della  zona si trovavano un tempo:
Calcopirite: masserelle compatte incluse nella pirrotite .
Pirrotite: noduli compatti di forma molto irregolare, di color bronzo sulla frattura fresca, inclusi nei calcefiri ricchi di silicati, passanti a vere anfiboliti .
Titanite: in cristalli imperfetti, di colore roseo, inclusi nelle vene anfibolitiche .
Genico, Croda e   strada d’accesso alle cave di marmo

Si   accede a Genico con una carrozzabile che si dirama dalla statale Como-Colico   nei pressi del cimitero di Musso: a Sud del­l’abitato di Genico, nei pressi   dell’osteria Pianca,
nel pietrame usato per i muri a secco per sostegno delle   vigne, si trovano i mi­nerali segnalati, ad esclusione della staurolite,
trovata solo, que­st’ultima, sulla nuova strada che da Croda sale alle cave e   precisa­mente nel punto segnato (I) sulla cartina.
  
  
Andalusite:   in cristalli interclusi nel quarzo, delimitati dalle facce del prisma e della   base, con lunghezza fino a 8 cm. Le facce sono imperfette e rivestite da una   patina muscovitica. Quando il minerale è inalterato presenta un color rosso   violaceo o rosa fior di pesco, ma solitamente è alterato alla superficie ed   ha colore variabile dal giallo verdastro al grigio verdastro o azzurrastro.
Apatite:   spatica, opaca, è stata trovata nelle masse quarzose sopra indicate in   piccole lenti che si estendono parecchi centimetri. Ha colore grigio   azzurrino .
Cianite:  in lamelle e cristalli tabulari lunghi fino   ad un deci­metro di color azzurro chiaro, con lucentezza madreperlacea, era   più abbondante dell’andalusite .
Ilmenite:   in masserelle lamellari, entro le fessure del quarzo. Color grigio ferro   scuro .
Mica: in piccole lamine   argentee e brune accompagna la cia­nite e l’andalusite. La sericite   costituisce il prevalente prodotto d’alterazione superficiale dell’andalusite   stessa .
Sillimanite: in aggregati fibrosi, bianchi, puri, estesi per al­cuni   centimetri al contatto fra micascisti ed un filoncello pegma­titico nel punto   indicato sulla cartina fig. 15. Alcuni cristalli di andalusite erano qua e là   ricoperti da aghetti incolori e lucenti di sillimanite, in quantità   abbastanza grande da essere perfetta­mente riconoscibile ad occhio nudo .
Staurolite: cristalli ben formati di staurolite rossiccia si   tro­vano   abbondantemente nel micascisto che affiora a mente della strada camionabile   che porta alla cava di marmo nel punto indi­cato con 2 sulla citata cartina.   Si trova anche, meno di frequente, nell’involucro micaceo interposto fra le   vene quarzose e la roccia che le include .
  
Primaluna
Miniere dl Primaluna e Cortabbio

I giacimenti di cui segue la descrizione sono tutti depositi idrotermali filoniani compresi negli scisti cristallini pre-permici. Per brevità è indicata l’unica via d’accesso che collega tutti i la­vori minerari in essi sviluppati,
ma i lavori stessi possono essere raggiunti anche da strade carrozzabili e carrarecce che partono dalla frazione Cor­tabbio


  
Località Valle di Contra

Si   raggiunge la località di valle di Contra (segnata sulla ci­tata cartina col N0 I) partendo da Primaluna,   sulla carrozzabile della Vai Sassina, -seguendo la strada che attraversa il   torrente Pioverna e sale verso la montagna.
Al limitare dei prati, fra la Cà   del Piz ed il ponte sul torrente di Vai di Baredo vi è l’imbocco di una   galleria, eseguita da molti anni, per ricerca mineraria.
Fra il materiale   esistente sul piazzale antistante all’imbocco della galleria o nella piccola   discarica si può trovare ancora qualche traccia dei minerali elencati
  
  
Auricalcite: come incrostazione verde. Era scarsa già al tempo in cui si effettuavano i lavori
Azzurrite: in tenui crosticine o in patine terrose
Calcopirite: compatta, in masserelie diffuse, color giallo-ottone
Cerussite: un tempo è stata rinvenuta in minutissimi cristalli
Emimorfite: in crosticine concrezionate
Galena: finemente granulare in vene o noduletti entro al quarzo
Greenockite: secondo Artini (7) è probabile siano di questo mi­nerale le sottili patine terrose color giallo canarino su sfalerite.
Limonite:  terrosa, in patine od impregnazioni entro al quarzo
Malachite: in tenui crosticine o patine terrose
Pirite: come minerale accessorio
Piromorfite: in forma di ciuffetti di sottili aghi cli colore varia­bile da giallo cera a giallo verdolino, a costituire delle incrosta­zioni
Quarzo: compatto, bianco o giallastro, come ganga del filon­cello
Sfalerite: spatica, di color bruno scuro, lucente, con quarzo e siderite
Siderite: spatica, in tracce
Smithsonite: al tempo dei lavori (1902) si trovò in minuti grup­petti concrezionati tendenti a forme cristalline
Località Ponte Val di Baredo

Proseguendo sulla Stessa strada, poco oltre il ponte di Vai di Baredo, vi era sulla destra un’antica discarica
Azzurrite: in crosticine o patine .
Barite: spatica, di color biancastro .
Bournonite: compatta, in masserelle .
Calcopirite: in mosche o massereile compatte .
Galena: finemente granulare .
Limonite: diffusa e frequente in patine terrose .
Malachite: in patine terrose verdi, su barite
Miniera dl Faldallo
gallerie Vittoria e Speranza
 
Annabergite:   in patine terrose color verde pomo a ricoprire la niccoilite, la gersdorffite   e, più raramente, anche altri minerali di nichel, rinvenuti questi ultimi,   fino ad ora, solo col sussidio del microscopio metallografico .
Aragonite:   compatta, di color azzurro, per tracce di rame .
Azzurrite:   in crosticine concrezionate od in piccolissimi cristalli di meno di un   millimetro, aggruppati fra loro e spesso associati alla malachite
Barite:   solo eccezionalmente fu trovata in cristalli con abito tabulare. Comune in   forma spatica e colore bianco o leggermente rosato .
Bournonite:   compatta, in piccole masserelle di color grigio piombo incluse nella barite .
Calcopirite:   in venuzze o masserelle compatte, rare   
Ematite: varietà   oligisto in rare laminette anche aggruppate « a rosa », associate alla siderite,   entro al materiale estratto dalla galleria Vittoria
Galena: compatta   o finemente granulare, pura, in masserelle o venuzze nella barite .
Gersdorffite: l’Artini   (7) riferiva a questo minerale un solfo­arseniuro di nichel compatto, di   color grigio chiarissimo, con viva lucentezza metallica sulla frattura   fresca, associato alla niccolite.
Grafite: patine sottili, nerastre, su una roccia scistosa   color verde chiaro, mineralizzata da   granuli diffusi di siderite e di ba­rite. Da una breve -galleria di ricerca   presso al piede della disca­rica   della galleria Vittoria .
Limonite: diffusa e frequente in patine terrose .
Malachite: in crosticine e globuletti concrezionati verdi .
Niccolite: quasi pura, compatta, in una mandorla del peso   di parecchi quintali, rinvenuta nel. 1902. E’ di color rosso rame chiaro con   lucentezza metallica .
Pirite: in masserelle o venuzze a rilegare le fratture della ba­rite   .
Sfalerite: spatica,   bruna, in masserelle sparse .
Siderite: in   cristallini romboedrici di qualche millimetro di lato, di colore giallastro   chiaro o, più di frequente, in venuzze con struttura spatica .
Tetraedrite: compatta   di color grigio piombo scuro, in mosche o punteggiature nella barite .
Miniera dei Sassi Rossi

Proseguendo sempre verso   occidente sulla mulattiera che at­traversa la miniera di Faidallo si giunge   allo sbocco di alcune gal­lerie di coltivazione del filone di barite nella   miniera detta « dei Sassi Rossi ».
Allo sbocco della galleria   attualmente più importante si può arrivare più agevolmente percorrendo una   ripida carra­reccia che si dirama dalla carrozzabile Cortabbio Prato San   Pietro poco oltre il ponte sul torrente Pioverna e che passa accanto a   cascina Merla.
  
  
 
Azzurrite:   in patine terrose su barite.
Barite:   spatica, bianca, opaca od in piccoli cristalli incolori, lamellari .
Calcopirite: granuli   sparsi entro alla barite.
Cerussite: in   minutissimi cristalli che si rinvengono come ra­rità assieme a galena,   limonite e barite.
Eritrite:   in patine con aspetto terroso o minutamente concre­zionato, color rosa fior   di pesco, a rivestire superfici anche estese di barite .
Galena: finemente   granulare o commista con altri solfuri e solfosali in masserelle irregolari   entro alla barite .
Greenockite: in   patine con aspetto terroso di color giallo.
Limonite: in   masse o patine terrose di colore giallo.
Malachite: in patine di colore verde, poco frequenti.
Pirite:   masserelle irregolari, spesso commista con altri solfuri.
Piromorfite:   in piccolissimi cristalli prismatici di colore verde, trasparenti.
S. Bartolomeo Val   Cavargna
Località: La Selva

Le ricerche per minerali   di antimonio eseguite nel 1944 e svi­luppatesi con modesti lavori in galleria   seguendo in direzione vene quarzose con antimonite e raro antimonio nativo,   sono ormai chiuse e abbandonate e quindi,
anche per l’infittimento della ve­getazione,   è assai difficile non solo orientarsi in zona, ma anche rinvenire campioni   interessanti. Per arrivare al giacimento, da Carlazzo (sulla strada Me­naggio-Porlezza)   per Cusino si raggiunge S. Bartolomeo
e la Chiesa parrocchiale in località   Vora; dietro la chiesa si stacca un sen­tiero che porta, verso ovest, in   località Selva e a valle delle baite di Selva, nella valletta Canafurca, si   trova il giacimento.
  
  
 
Antimonio   nativo: con struttura granulare minutissima, di color bianco   argenteo con vivo luccichio per le numerose faccette di sfaldatura. Si trova   in forma di piccole vene e di piccole concen­trazioni nell’antimonite   compatta, oppure nel quarzo. Raro .
Antimonite:   costituisce la parte essenziale del giacimento, in masse compatte lenticolari   o in piccole vene a riempimento di frat­ture nei micascisti. Talvolta in   piccoli cristalli aciculari raggiati formanti leccature sul quarzo. Comune .
Calcite:   bianca spatica, con leccature di antimonite ed inclu­dente rarissimi   cristalli di tetraedrite, costituente una vena di qualche cm di spessore,   ritrovata al tetto di un filoncello di anti­monite nella galleria superiore. Rarissima
Calcopirite:   in piccoli granuli nel quarzo. Rarissima   .
Chermesite:   in patine terrose di colore rosso sull’antimonite. Poco frequente .
Dolomite:   cristallini selliformi, bianchi, ricoprenti piccoli cri­stalli di quarzo   nelle cavità dello stesso. Rarissima.
Galena: è   stato notato un solo cristallino cubico nel quarzo con sfalerite. Rarissima .
Gesso:   in cristallini di color bianco giallognolo nelle cavità del quarzo. Rarissimo .
Limonite:   in forma ocracea alla copertura e disseminata nel giacimento .
Malachite:   per alterazione di qualche raro nodulo di calcopi­rite. Rarissima.
Pirite:   in cristallini cubici nel quarzo e in noduli compatti nei micascisti. Comune .
Pirrotina:   in   sottili vene nel quarzo. Rarissima.
Quarzo:   in vene a riempimento delle fratture nei micascisti e costituente la ganga   dell’ antimonite. Nelle cavità di questo quarzo compatto raramente si hanno   piccoli cristalli
Sfalerite:   in noduletti giallo colofonia scuri nel quarzo con pi­rite e antimonite. Rara .
Steatite: di   color giallo verdolino chiaro nei micascisti in spal­mature accompagnanti la   mineralizzazione di antimonite in cri­stallini allungati. Rarissima
Stibiconite:   terrosa e commista a limonite come riempimento di piccole cavità nel quarzo e   nell’antimonite, oppure in patine. Poco   frequente
Tetraedrite:   in noduli talora a struttura fibrosa nel quarzo. Rara. Eccezionalmente in piccoli cristallini in una vena di cal­cite.
Vendrogno
Località Camaggiore

Il giacimento si trova in   comune di Vendrogno, ma lo si rag­giunge più facilmente da Dervio: si accenna   pertanto al solo ac­cesso da quest’ultima località.
Allo sbocco nel piano   della valle Varrone, fra le case della frazione Villa di Dervio, ha inizio   una mulattiera che risale la valle citata. Dopo circa 20 minuti di cammino   s’incontra un bivio nel quale si deve tenere a destra.
Con una ripida ascesa   per Can­giago e Case Prato Lungo si raggiunge l’Alpe di Camaggiore, co­stituita   da un pianoro posto a N delle stalle di Camaggiore.
Fra l’Alpe e le stalle   suddette sorge isolata una cappella; poco a monte di quest’ultima (m 1180   s.m.) si scorge l’imbocco d’una brevissima galleria:
sopra affiora un   filoncello di 10 cm circa di potenza costituito quasi esclusivamente da   berthierite ed incassato nelle filladi micacee precarbonifere della « zona   dei laghi ». Tempo complessivo da Dervio circa due ore.
  
  
 
Berthierite:   finemente granulare o compatta, di colore grigio ferro sulla frattura fresca.   Lucentezza metallica viva che però poco a poco si attenua e scompare   coll’esposizione all’atmosfera
Chermesite:   in patine terrose di color rosso cremisi, assieme ad altri prodotti terrosi   di alterazione della berthierite.
Ocra   d’antimonio: molto impura per mescolanza con idrossido   di ferro, si trova in patine terrose di color giallo verdastro .
Quarzo: compatto,   semi trasparente, di color leggermente gri­giastro, scarsamente incluso nella   berthierite .
Strada carrozzabile da Mosnico a Sanico

 Sulla strada carrozzabile recentemente costruita che, par­tendo dai pressi del cimitero di Vendrogno, sale con diversi tor­nanti alla frazione Mosnico e precisamente nel tratto compreso fra Mosnico e Sanico
si notano nelle scarpate rocciose a monte della sede stradale: Io) lenti quarzose incluse nei micascisti bioti­tici e nelle filladi della « zona dei laghi »; 110) delle concrezioni di poca consistenza e di color bianco o giallognolo di minerali di neo formazione.
  
  
 
Cianite:   aggruppamenti di individui allungati di color azzurro più o meno intenso,   inclusi in alcune delle lenti quarzose.
Esaidrite:   concrezioni di color giallognolo e di poca consi­stenza, derivanti da   alterazione di starkeyite, che si trovano al piede della scarpata   mineralizzata, appena sopra la cunetta di rac­colta delle acque che sgorgano   dal terreno a monte della strada .
Starkeyite:   varietà ferro zindif era, concrezionata, di colore bianco, in croste   abbastanza estese appoggiate sul micascisto bio­titico asciutto. Nelle cavità   delle croste di maggior spessore spor­gono ciuffetti di minuti cristalli   aghiformi, trasparenti .
Gruppo Mineralogico Lombardo
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